L’Islanda è la meta per eccellenza per chi ama la natura, i paesaggi incontaminati e la fotografia.

L’Islanda è un Paese meraviglioso quanto impegnativo, con un clima freddo e ventoso che può mettere a dura prova noi viaggiatori. Ma per vivere al massimo tutta la bellezza e la natura che l’Islanda può offrire basta semplicemente essere preparati a tutte le possibili avversità, ma anche a tutte le meravigliose opportunità che questa terra può offrire, come l’avvistamento delle orche o dell’aurora boreale.

Questo viaggio per me era letteralmente un sogno, viaggiare in bassa stagione (aprile) mi ha permesso di gestire un budget ridotto: ecco tutte le informazioni per un viaggio di 8 giorni in Islanda.

 

Informazioni sull’Islanda

Qui la Natura regna suprema. L’Islanda si trova ai margini del Circolo polare artico, in una delle zone vulcaniche più attive al mondo. Guidando tra i vari paesaggi si nota un continuo mutamento di orizzonti e colori, una combinazione incredibile di ghiacciai, sorgenti termali e fiordi.

La sera si può essere così fortunati da vedere l’aurora boreale, Northern Lights come si chiamano qui, un’emozione unica che ti resta per sempre negli occhi e nel cuore. Anche se il sole tramonta dopo le 10 di sera di colpo si iniziano a vedere dei bagliori verdi nel cielo ed è una magia indescrivibile, pochi minuti che resteranno per sempre nella tua mente.

E poi ci sono i famosissimi Puffin, le pulcinelle di mare diventate simbolo dell’isola (a rischio di estinzione, e che però si ritrovano anche nei menu al ristorante….) e che restano qui solo nei mesi estivi, centinaia di uccelli marini, balene e orche che possono essere osservate grazie alle numerose crociere che quotidianamente partono dai porti principali, cavalli selvaggi con le loro criniere al vento, oche (migliaia di oche!) e capre che riempiranno ogni vostra foto e vista.

Dopo l’eruzione del 2010 dell’impronunciabile vulcano Eyjafjallajökull l’industria del turismo ha reagito in modo molto intelligente, promuovendo quest’isola come una meta selvaggia e avventurosa, ma accessibile perché in Europa e servita da un aeroporto collegato con le principali capitali come Londra. Questo boom si vede, e forse non era previsto in modo così massiccio, e si notano già i primi effetti legati al turismo.

Bisogna pensare infatti che l’Islanda ha una popolazione inferiore a quella di Firenze: solo 323.000 abitanti, e due terzi delle persone abitano intorno alla capitale Reykjavík. Nel 2015 il numero di turisti ha sfiorato il milione, tre volte la popolazione islandese, con tutte le conseguenze che potete immaginare. Gli islandesi hanno tramutato questa situazione in una grande opportunità, convertendo vecchie cascine in guesthouse e attrezzandosi per l’accoglienza dei turisti, aumentando così gli introiti dal turismo.

L’isola non ha autostrade nè ferrovie. L’unica arteria stradale è la Statale n.1 chiamata Ring, che compie il giro completo dell’Islanda. La viabilità è soggetta alle stagioni, in inverno alcuni tratti a Nord sono impraticabili anche sulla strada principale e in tutte le stagioni se ci si vuole avventurare su strade sterrate e interne conviene noleggiare un 4 x 4.

Viste tutte queste premesse, avrete capito che è una meta che presuppone un minimo di preparazione e un po’ di precisione su tempistiche e mete (sono stata fortunata a trovare ancora posti per dormire a dirla tutta!) perché non è facile pensare di fermarsi e chiedere disponibilità per un letto, soprattutto in alcune zone.


Itinerario di una settimana in Islanda, da Ovest a Est:

Con una sola settimana a disposizione ci siamo concentrati sulla parte Sud dell’isola, abbiamo comunque fatto intorno ai 2.000 km in 7 giorni e soprattutto, nonostante il tour di massima, ci siamo concessi deviazioni e cambi di programma che l’Islanda offre. Mi sarei voluta fermare a vedere ogni cascata, fiordo, paesino che vedevo all’orizzonte, si ha la sensazione di essere catapultati in un Mondo fuori dal nostro (e per certi versi lo è), governato da un clima ostile dove la Natura si è perfettamente regolata e inserita e dove tutto sembra fermo in una situazione di equilibrio.

1 GIORNO: Italia – Reykjavik – Hafnarfjörður
45 min – 40 km

2 GIORNO: Borgarnes – penisola Snæfellsness – ghiacciaio Snæfellsjökull
5 ore – 330 km

3 GIORNO: Ólafsvík – Borgarfjörður  – Akranes
4 ore 250km

4 GIORNO: Circolo d’Oro (Parco nazionale Þingvellir – Geysir –  cascata Gullfoss)
4 ore – 240km

5 GIORNO: Promontorio di Dyrholaey – Vatnajökull, ghiacciaio – laguna glaciale Jökulsárlón – Höfn
6 ore – 420 km

6 GIORNO: Nypugardar – cascate Seljalandsfoss e Skogafoss – Sólheimahjáleiga
4 ore – 300km

7 GIORNO: Solheimahjaleiga  – Skogafoss – Seljalandsfoss e Skogarfoss – Reykjavik
3 ore – 200km

8 GIORNO: Reykjavik – Italia

 

1 GIORNO: Italia – Reykjavik – Hafnarfjörður

Dopo un viaggio con scalo a Londra decisamente lungo ritiriamo l’auto e ci accoglie il famoso tempo islandese: un vento gelido che capiamo subito essere molto penetrante. L’Islanda ci sorprende già: alle 8.30 di sera guidiamo ancora con un sole splendente!!
Ci aspetta la nostra host che abbiamo trovato su AirBnB a Hafnarfjörður. La stanza è piccolina ma l’ambiente è comodo e con questa soluzione evitiamo di addentrarci troppo verso reykjavik dove gli alloggi sono più cari. Fino alle 23 c’è ancora molta luce, e alle 5 del mattino c’è già un sole fortissimo, ovviamente gli scuri alle finestre non coprono quasi nulla. 

 

2 GIORNO: Borgarnes – penisola Snæfellsness – ghiacciaio Snæfellsjökull

Ci dirigiamo a Nord, attraversando il tunnel sottomarino verso Borgarnes, per tagliare un po’ di km. Questo paesino non ha nulla da segnalare, cerchiamo punti “strategici” dall’alto ma decidiamo di perseguire. Avevamo segnato diversi paesini nei dintorni come Borg a Myrum (2km a nord sulla statale 54) e Reykholt, ma capiamo che sono più legato a saghe e storie che per noi sono poco comprensibili e decidiamo di dare più spazio alla penisola Snæfellsness, dai bellissimi panorami tra montagne e oceano. Le strade serpeggiano tra paesaggi fatti di muschio, picchi disegnati dal vento e sprazzi di neve rimasta dall’inverno, fino a quando si staglia davanti a noi il ghiacciaio Snæfellsjökull, una meraviglia bianca in mezzo alle montagne scure.

Leggiamo di un percorso che parte da Arnarstapi e in 2,5km porta a Hellar, e così parcheggiamo e iniziamo il cammino. La prima parte è bellissima, costeggia le scogliere nere e offre scorci stupendi sul mare. Superata questa parte il sentiero diventa impervio e dovendo tornare indietro di nuovo sulla stessa strada non lo consiglio fino in fondo. Il vento è fortissimo e il sole batte comunque forte.

Ripresi dalla camminata, decidiamo di sfruttare questo bel tempo per proseguire lungo tutta la penisola passando da Grundarfjörður, un paesino di pescatori che si snoda sulla strada principale, sopra il quale svetta il Monte Kirkjufell, uno dei punti più fotografati in Islanda. Proseguiamo lungo la statale 54 fino a Stykkishólmur, uno dei paesi più sviluppati della costa ovest che appare dopo km di paesaggi quasi marziani.

Questo paese di pescatori si sviluppa intorno al porto, sopra il quale vediamo una roccia con un faro rosso. Arrivati in cima di vede tutto il paese dall’alto, ed è un bellissimo scorcio.

Ormai sono le 6 di pomeriggio e abbiamo macinato chilometri oggi.. Torniamo verso Ólafsvík dove abbiamo prenotato in una guesthouse davvero bellissima, con vista sull’oceano.

 

3 GIORNO: Ólafsvík – Borgarfjörður  – Akranes

Oggi avevamo in programma una crociera per avvistare le orche con Laki tours, ma alle 9.30 ci hanno chiamato per dirci che a causa del maltempo è stata cancellata. Così ci dedichiamo alla Penisola Snæfellsness. Facciamo un giro a Olafsvik e mentre saliamo verso la chiesa, con il campanile futuristico staccato dalla struttura principale, vediamo una cascata e ci avviciniamo per qualche foto. A Ólafsvík non c’è molto altro da vedere, e partiamo verso ovest puntando a Hellisandur. In realtà questa penisola è una scoperta continua e scopriamo deviazioni, cascate e fattorie con cavalli islandesi che non ci aspettavamo.

A Helissandur si trova la struttura più grande dell’Europa occidentale, un’enorme torre di trasmissione alta 412 metri che trasmette il segnale della radio islandese e i bollettini per i naviganti.

Superata questa zona puntiamo verso il faro di öndverðarnes, sulla punta più a ovest della penisola, e anche qui scopriamo sentieri e scorci incredibili. Spiagge dalla sabbia chiara, che si potrebbero confondere con quelle delle Baleari se non fosse per le temperature, scogliere a picco sul mare dove nidificano gli uccelli e distese di terreno magico ricoperto di muschio. La strada per arrivare al faro non è delle migliori senza un 4×4, facciamo a piedi l’ultimo pezzo ma c’è un vento mostruoso. Su questo tratto abbiamo incrociato forse 4 macchine in tutto, si possono fare bellissime fotografie (se si sopravvive al vento). Il faro è molto bello, il suo colore arancione stacca decisamente sia dal ghiacciaio alle sue spalle sia dal mare blu di fronte.

Decidiamo di proseguire verso Sud costeggiando il mare all’interno del Parco nazionale dello Snaeffell (il regno degli escursionisti) fermandoci per vedere da vicino un altro faro, sulla punta di Malariff, dove una distesa di muschio color biondo cenere ci accompagna fino a una spiaggia nera bellissima.

Ci ricongiungiamo a Hellnar, tappa finale del percorso a piedi di ieri da Arnastapi, per  fotografare le grotte nere che ospitano moltissimi uccelli e le ultime foto al ghiacciaio Snaeffellsjökull.
La nostra prossima tappa è Akranes, continuiamo quindi sulla statale 54 che si ricongiunge poi alla 1 per dirigersi verso sud. Qui ritroviamo oche bianche libere tra i campi pieni di muschio, cavalli dal crine foltissimo e tantissimi uccelli che lungo la costa volano in cerca di cibo.

Akranes ci accoglie con il suo spirito da cittadina più popolosa della media, supermercati, banche e negozi ci fanno tornare un po’ alla realtà più cittadina che ci sembra così lontana!

 

4 GIORNO: Circolo d’Oro (Parco nazionale Þingvellir – Geysir –  cascata Gullfoss)

La giornata è dedicata al famoso Circolo d’Oro, tre tappe che chiunque visiti l’Islanda non può saltare. È una meta comoda anche per chi non ha la macchina, dato che ci sono diversi tour che da Reykjavik portano in giornata lungo tutto il circuito.

Da Akranes riprendiamo di nuovo il tunnel per accorciare la strada verso la prima tappa, il Parco nazionale Þingvellir, sede dell’antico parlamento vichingo e luogo dove si ammira la spaccatura della dorsale medio-atlantica che separa Europa e America.

Dal parcheggio ci dirigiamo verso il centro informazioni camminando proprio nella faglia, chiamata Almannagjá.

Ci sono diverse tappe, tra cui la chiesa di Pingvellir che si raggiunge attraverso dei Ponticelli di legno, e le cascate öxarárfoss, bellissime e ottime per delle foto.

La vista dai punti panoramici è notevole, in più ci sono oche e uccelli che attirano l’attenzione 🙂

E’ ormai ora di pranzo, e dopo la nostra ormai classica pausa pranzo in macchina ci dirigiamo verso Geysir, ci vuole circa mezz’oretta. La zona si riconosce per le fumarole dal terreno e per l’enorme movimento di gru e costruzioni intorno (gli islandesi stanno capendo come sfruttare il turismo probabilmente..).

L’attrazione qui è lo Strokkur, un’area dalla quale a cicli di 5-8 minuti l’acqua viene letteralmente eruttata in una colonna di 25-30 metri. È impressionante vedere come la superficie si gonfi come una cupola e in meno di un secondo dia una potenza tale al getto.

La pozza azzurra Geysir invece ha eruzioni molto irregolari, prima facevi getti fino a 70 metri e pare si sia rianimata  dopo il terremoto del 2008.

Qui tra video e foto vediamo almeno 5 geysir, finiamo tutto il percorso e ci dirigiamo verso la cascata d’oro Gullfoss. Se finora pensavamo di aver avuto freddo, l’ultima tappa del cerchio d’oro si rivela la più difficile. Al freddo e al vento si aggiungono gli spruzzi d’acqua dell’immensa cascata che si sviluppa in realtà in due parti separate e sprigiona una potenza indescrivibile.

Ci si può avvicinare con diverse passerelle (sempre se avete un outfit sufficientemente waterproof) e camminare sulle terrazze che dall’alto fanno ammirare tutta la maestosità di questa cascata. Staremmo ore a fare foto ma il clima è abbastanza proibitivo. Proseguiamo verso la costa Sud, seguendo la strada 30 e poi riallacciandoci alla 1, superando Hvolsvöllur verso una fattoria trovata su Booking. La sorpresa è trovare un cottage in legno tutto per noi, nuovissimo e completamente fornito di tutto, che in meno di 20 metri quadrati ha una cucina e un bagno privato. Un sogno!!

 

5 GIORNO: Promontorio di Dyrholaey – Vatnajökull, ghiacciaio – laguna glaciale Jökulsárlón – Höfn

Controlliamo le previsioni meteo e decidiamo di approfittare di un tempo clemente rispetto a quello previsto per il giorno dopo e concentrare più soste possibili in questa giornata che comporta anche un lungo tratto in auto.
Partiamo verso le cascate Seljalandsfoss, a dir poco meravigliose. Sono meno conosciute di altre ma sono alte 50 metri e hanno una potenza incredibile. Qui ci si lava (ma vale la pena) e la cosa più bella è poter camminare dietro l’acqua che precipita a valle: un’emozione indescrivibile. Tra foto e salvataggi di telefono da spruzzi continui ci fermiamo quasi 1 ora.

Proseguiamo verso le famose cascate Skogafoss, ancora più maestose perché alte oltre 60 metri, e con una potenza assordante. Qui è possibile salire su una scalinata per osservare le cascate dall’alto (oggi la tenuta waterproof è d’obbligo) per poi scendere osservare dal basso la meraviglia di questo posto. Ovviamente qui troviamo più persone, ma purtroppo non si può essere in tutti i posti più belli all’alba. Con un po’ di pazienza si riescono a fare foto davvero magnifiche.

Continuiamo il nostro tour verso Dyrhólaey, una schiera di scogliere di basalto sopra le spiagge nere e luogo di nidificazione di innumerevoli uccelli marini, tra cui le pulcinelle di mare, di cui ancora non abbiamo visto traccia purtroppo. La parte più bella è la spiaggia nera che si estende per centinaia di metri e ha un aspetto maestoso e affascinante. 

Facciamo una deviazione dopo qualche km verso Reynishverfisvegur, punto panoramico per vedere l’arco di 115 metri verso Dyrhólaey, e Reynishverfi, chiamata la spiaggia più pericolosa d’Islanda: la corrente del mare è così forte che ti può trascinare al largo molto velocemente, e molti cartelli mettono in guardia sul fatto di stare lontani dal mare e dalla risacca. Nonostante questo molti avventurosi (o incoscienti) tentano di arrampicarsi sul versante marino delle incredibili colonne di basalto grigio che svettano su questa spiaggia nera.

È uno dei posti più affascinanti che vediamo: a destra l’arco di Dyrholaey, di fronte il mare bianco che si infrange sulla spiaggia lavica, a sinistra una grotta e le colonne grigie sopra le quali volano centinaia di uccelli. E devo ammettere che vedete la gente che viene comunque sorpresa dalle onde nonostante gli avvisi è abbastanza folle..

Questo è uno dei posti migliori per avvistare i puffin o Pulcinella di mare, ormai simbolo dell’Islanda, ma non è ancora stagione purtroppo. Solitamente restano qui da fine aprile ad agosto per la riproduzione, per poi passare il resto dei mesi sull’ oceano.

Superiamo Vík í Mýrdal, villaggio costiero senza nulla da segnalare, attraversando per chilometri e chilometri distese di terreno magico ricoperto da muschio, segno dell’eruzione del 1996 in cui lava e acqua si unirono creando una nuova distesa in continua trasformazione. Qui si vede anche un pezzo di un ponte distrutto fa questo evento.

Lo scenario cambia in continuo alle pendici del Vatnajökull, il ghiacciaio e parco naturale più grande d’Europa: la sua area è grande come l’Umbria!
Con più tempo a disposizione avremmo voluto fare il Tour della grotta del ghiacciaio Vatnajökull, che è davvero suggestiva ed emozionante.
Facciamo una deviazione verso Fjallasarlon, una baia di iceberg più piccola e meno maestosa della bellissima laguna glaciale Jökulsárlón che si trova poco più avanti. 

Jökulsárlón è uno dei posti più belli e magici che abbia mai visto: gli iceberg galleggiano per arrivare fino alla spiaggia nera di fronte, Diamond Beach, trascinati da una corrente sempre più forte verso il mare.

Costeggiare questa baia è poesia: regna il silenzio assoluto, rotto solo dai pezzi di ghiaccio che scricchiolano o si staccano nel mare. Gli iceberg hanno forme tutte diverse e sono azzurri e bianchi, dando un tocco di magia a tutta la cornice del ghiacciaio intorno. Ogni tanto dall’acqua sbucano le teste di alcune foche che si immergono velocemente nell’acqua.

Anche qui il freddo e il vento si fanno sentire, sono ormai le 18 passate e siamo completamente cotti. Procediamo di altri 40 km sul ring 1 per arrivare a Nýpugarðar nella guesthouse/fattoria dove staremo per la notte, circondata solo da campi con oche selvagge e pecore islandesi.

 

6 GIORNO: Nypugardar – cascate Seljalandsfoss e Skogafoss – Sólheimahjáleiga

Decidiamo di dirigerci ancora un po’ verso Est e arrivare al villaggio di Höfn, meravigliosamente circondato dal mare e dai ghiacciai in lontananza. Troviamo un punto panoramico dove si gode una vista bellissima sui 4 ghiacciai. Se passate di qui vale la pena dedicare 10 minuti a questa vista! Ora però è il momento di tornare in direzione Reykjavik, facciamo solo una breve sosta alle Vasche termali di Hoffell alla fine della statale 984, come in altri posti se non c’è nessuno si può lasciare la fee d’ingresso in un cesto all’ingresso.

Costa 1000, ma le vasche ci ispirano poco e proseguiamo verso la nostra meta di oggi, il Parco nazionale Skaftafell. Oggi qui le previsioni sembravano clementi e infatti anche oggi evitiamo per un pelo la pioggia. Questo è il paradiso degli escursionisti, ci sono sentieri e trekking da “easy” a “challenging” e volendo si può stare qui davvero giorni interi. Questo parco è diventato parte del Vatnajokull National Park e copre circa il 15% di tutta l’islanda.

Partiamo con primo trail per le cascate Svartifoss (definito easy, non immagino quelli difficili..). In realtà è un piccolo trekking di 45 minuti circa (+ lo stesso tempo per tornare) che parte dal centro informazioni e dopo qualche pendenza e scale porta a queste cascate alte 20 metri e chiamate Black waterfall, perché circondate da colonne di basalto dalla forma esagonale. Sono davvero molto belle, vale la pena fare qualche km per arrivare qui.

Dopo una piccola sosta pranzo partiamo per l’altro trial (stavolta davvero facile) per ammirare da vicino il ghiacciaio Vatnajokull: è il più grande d’Islanda  e per volume anche d’Europa, e copre l’8% di tutta l’isola con i suoi 7800 km2.
In meno di mezz’ora si arriva di fronte a questo imponente ghiacciaio, c’è un silenzio quasi reverenziale. La cosa più impressionante è vedere di quanto si sia ritirato guardando la morena  verso la parte destra, un ulteriore campanello d’allarme e ben visibile da parte del nostro pianeta. Ci sono diverse escursioni per visitarlo anche all’interno, ma per problemi al ginocchio ho dovuto evitare.

Attenzione: mi raccomando pagate il parcheggio, ci sono videocamere ovunque e vi verrà comunque detratto dalla carta con cui avete noleggiare l’auto se non lo pagate lì sul posto.

Abbiamo dedicato 4 ore a questo parco e torniamo sul nostro ring 1, sulla costa più meridionale d’Islanda. Si passa da Núpsstaður, per osservare gli edifici con il tetto di torba, ma si tratta di una proprietà privata e non si può entrare.

Piove e la strada è lunga, abbiamo previsto di dormire a Solheimasandur, dove si trova anche il famoso aeroplano precipitato diventato ormai un punto fotografico molto frequentato, ma il percorso è di 45 minuti a piedi e piove davvero troppo al momento. 

 

7 GIORNO: Solheimahjaleiga  – Skogafoss – Seljalandsfoss e Skogarfoss – Reykjavik

Ultimo giorno, in viaggio verso Reykjavik. Siamo a circa 2 ore di strada, che pian piano diventa sempre più simile ad un panorama più urbano rispetto alle distese di muschio e lava a cui siamo stati abituati per giorni. Arriviamo a Reykjavik per ora di pranzo, pensavo che una giornata servisse ma in realtà in meno di 4 ore abbiamo girato tutta la città. Si tratta della capitale più a nord d’Europa, è con i suoi 118.000 abitanti concentra qui circa il 30% di tutta la popolazione dell’Islanda.

Il nostro appartamento è a 2km dal centro e la passeggiata ci porta a passare di fronte al museo del pene, unico nel suo genere, ed è ben lontano dall’essere volgare in realtà. The islandic phallological museum raccoglie infatti oltre 220 peni di mammiferi terrestri e marini islandesi. Si tratta di uno dei musei più inusuali al mondo, l’ingresso costa circa 10 euro.

Approfittiamo del sole per salire sulla cima della Hallgrímskirkja (anche qui la biglietteria è chiusa e si lasciano i soldi per l’ingresso in una festa, cosa che in Italia nessuno farebbe..).

Si arriva in ascensore al piano degli orologi, e con 2 rampe di scale si arriva alla piattaforma aperta da cui si gode il panorama di Reykjavik dall’alto. La città si sta espandendo molto, ci sono diversi cantieri all’orizzonte, ma questa capitale circondata da montagne e con le sue casette colorate dall’alto è molto carina.

Dal basso ci colpisce invece meno. Il punto più carino è il lago Tjorin, dove convivono oltre 50 specie di uccelli diverse e oche, gabbiani, anatre intrattengono i turisti con i loro richiami.

La vista qui offre scorci interessanti sulle casette, la chiesa e le montagne intorno, e in una giornata di sole è davvero gradevole trascorrere qui un po’ di tempo.

Approfittiamo di questa luce per proseguire lungo il mare. Facciamo una sosta prima all’Harpa, il futuristico teatro dell’opera che si può girare liberamente e le sue pareti con le forme esagonali che richiamano le colonne di basalto incorniciano la vista sulla città con giochi di colori e forme.

Procediamo verso quello che ormai è il simbolo di Reykjavik, la Solfar o nave solare, una scultura in metallo che richiama le navi vichinghe e sembra pronta a salpare verso il largo.

Dopo qualche foto di rito iniziamo il giro del centro vero e proprio della città. I negozi e i ristoranti sono abbastanza proibitivi, per fare un esempio una pizza anche in ristoranti pseudo italiani non costa meno di 22 euro. Inoltre alcuni locali propongono menu a base di carne di puffin e balena, cosa per me abbastanza agghiacciante considerando che sono simboli dell’Islanda e in via d’estinzione…

Scegliamo di fermarci all’Icelandic fish & chips, dentro la volcano house, e dopo giorni di cucina fai da te ci sembra ancora più buono.
La sera i ragazzi si ubriacano girando tutti i pub della città, alle 10 ci sono già scene di delirio. Ci godiamo la città illuminata, ultima scena di questo viaggio.

Cosa farai quando sarai in Islanda?

 

Consigli per affrontare un viaggio in Islanda:

  • Indumenti tecnici: il meteo è molto variabile ma per un viaggio in Islanda servono poche cose basilari, in modo da non appesantire la valigia e eventualmente lavare qualche cosa nel corso del tour.
    Questa è la mia lista:
    – Pantaloni termici e waterproof (quelli da sci vanno benissimo)
    – 2 maglie termiche e traspiranti
    – 2 pile o maglioni termici
    – 1 buon giubbino/impermeabile antivento e waterproof con un po’ di tasche
    – Scarpe da trekking anti pioggia
    – Sconsiglio di portare un ombrello perchè il vento non ve lo farà nemmeno aprire..

In fin dei conti.. non si va in Islanda per lo stile!

Questo è il set ideale, oltre ad un beauty minimo tra vestiti e cibo non supererete i 18kg circa di bagaglio.

Suggerimento: se siete appassionati di fotografia scegliete un giubbotto di un colore acceso (giallo o rosso) in modo da farvi risaltare sui panorami magici o ghiacciati di questo paese 🙂

  • Cartina stradale: il roaming europeo ormai consente di usare il GPS del telefono senza costi aggiuntivi, ma le cartine per me sono sempre la scelta migliore anche in caso di assenza della connessione. Guidare in Islanda è facile, tutto ruota intorno alla strada principale 1 che disegna un cerchio lungo tutta l’isola (Ring).
    Le strade secondarie sono in ordine numerico, e dalla cartina si può capire se sono facilmente percorribili oppure serve un 4×4. Molte strade in inverno sono chiuse, specialmente al nord, la salvezza è controllare sempre il sito road.is (una vera salvezza!!) con tutte le webcam e le indicazioni sullo stato delle strade.
  • Previsioni meteo: il clima in Islanda è variabile e mutevole, e può intralciare i vostri programmi.
    È importante controllare spesso le previsioni su quello che è il sito chiave per un viaggio qui, qui ci sono le previsioni per area e pare fascia oraria, abbiamo modificato spesso il nostro tour sulla base di possibili temporali o nevicate e devo dire che sono sempre precise e affidabili.
  • Aurora boreale: le Northern lights come le chiamano qui sono un fenomeno incredibile che richiede almeno due fattori: cielo sereno e oscurità. Per questo in inverno, con cicli di sole brevi, è più facile avvistarle. Sempre sul sito en.vedur.is ci sono le previsioni giornaliere delle nuvole per area, in modo da sapere in anticipo se vale la pena stare svegli oppure farsi una bella dormita… Ovviamente ci sono punti più ideali, e i fotografi più tenaci trascorrono nottate intere su promotori isolati e lontani dalle luci e per catturare questo fenomeno. Io l’ho vista a Olavsfik, città a Ovest sulla penisola dello Snæfellsnes, nonostante un porto pieno di luci di fronte. Mi sono svegliata a mezzanotte e in cielo hanno cominciato ad apparire sfumature verdi. Ero talmente emozionata che appena ho capito che era l’aurora boreale sono uscita fuori al freddo in pigiama, ma sono stati 10 minuti di uno spettacolo naturale che non dimenticherò mai.
  • Avvistamento di orche e balene: i tour giornalieri partono da Reykjavík o Olafsvik, e abbiamo scelto di partire da qui per avvistare le orche con Laki Tours.  Purtroppo il giorno della crociera la gita è stata annullata per mare mosso, ma consiglio di affidarsi a questa agenzia che è stata sempre molto reattiva via mail o telefono e anche molto veloce nel rimborso.

 

Quando andare in Islanda

Credo che ogni stagione sia davvero magica, quando andare in Islanda dipende molto da quello che vorrete visitare e da che panorami state cercando. Per quanto riguarda il clima, il periodo migliore per fare un viaggio in Islanda va da Maggio ad Agosto. Dovrete considerare anche le ore di sole: tra metà maggio e metà luglio infatti potrete assistere allo spettacolo delle notti bianche, quando il sole non scende mai sotto la linea dell’orizzonte e la luce del giorno invade ogni cosa. In questi mesi le ore di sole infatti sono circa 20 e la temperatura media si alza, assestandosi intorno ai 10°. D’inverno invece la temperatura media è di 0° (Reykjavik). D’altro canto, la possibilità di vedere l’aurora boreale aumenta al diminuire delle ore di sole, e quindi nei mesi invernali.
I mesi di maggiore affluenza sono quelli di luglio e agosto.